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Calcolare l'impatto sostenibile e ambientale con indicatori di performance

Scritto da Redazione | 7-mar-2023 8.56.45

Quando un’impresa decide di impegnarsi in un percorso di sostenibilità deve anche monitorare le sue attività per calcolare il suo reale impatto ambientale e sociale.

 

È da questo monitoraggio e dall’analisi dei KPI che nascono i cosiddetti indicatori di performance, “misure quantificabili, sintetiche e significative che permettono di misurare l’andamento di una organizzazione nei suoi vari aspetti”, come vengono definiti sul sito del Governo italiano.

Tenere sotto controllo e rendicontare le attività intraprese in ottica green è un aspetto molto importante del percorso sostenibile di ogni azienda, perché permette di capire quali risultati si stanno raggiungendo, dove e cosa si può migliorare.

Come calcolare l’impatto sostenibile di un’azienda

Come ormai noto, la strada per la sostenibilità è tracciata dall’Agenda 2030 dell’ONU, che ha identificato 17 Sustainable Development Goals-SDGs per lo sviluppo sostenibile, che i paesi membri delle Nazioni Unite sono chiamati a raggiungere entro il 2030.

Tutte le aziende di ogni dimensione stanno attuando una serie di azioni e soluzioni per raggiungere gli obiettivi prefissati e dimostrare la propria Corporate Social Responsibility. 

Per capire se stanno agendo correttamente, quali risultati si stanno raggiungendo e anche per dimostrare il proprio lavoro a stakeholder e clienti finali, le aziende hanno bisogno di “quantificare” le proprie azioni, con numeri in grado di rendicontare e raccontare quanto fatto.

La Global Reporting Iniziative (GRI) è una delle iniziative più accreditate nello sviluppo di linee guida per i report sulla sostenibilità. Gli standard identificati da GRI rappresentano le buone pratiche da seguire per la reportistica pubblica sull’impatto economico, ambientale e sociale di un’impresa.

Per calcolare l’impatto sostenibile si possono utilizzare gli indicatori individuati dal World Business Council for Sustainable Development che, insieme a 30 aziende associate, ha sviluppato un quadro universale e trasparente per misurare la circolarità: il Circular Transition Indicators (CTI), che può essere applicato a imprese di ogni settore, dimensione e luogo. Questi indicatori di sostenibilità aiutano le aziende a valutare e interpretare i risultati, a comprendere i rischi e le opportunità, a dare priorità alle azioni e a stabilire obiettivi per monitorare i progressi.

L’impatto sostenibile, inoltre, può essere monitorato attraverso la gerarchia degli indicatori individuata dal Lowell Center for Sustainable, che suddivide gli indicatori in cinque livelli in base ai principi della sostenibilità:

  • Indicatori di conformità: rispetto alle normative locali, nazionali e internazionali e rispetto agli standard di settore

  • Uso dei materiali e indicatori di prestazione: misura input, output e risultati dell’azienda in termini di consumi energetici e idrici, sottoprodotti, rifiuti, emissioni

  • Indicatori degli effetti: relativi agli impatti dell’attività dell’azienda sull’ambiente naturale e umano

  • Indicatori sulla supply chain e ciclo di vita del prodotto: comprende indicatori su supply chain, distribuzione, uso e smaltimento del prodotto

  • Indicatori del sistema sostenibile: analizzano come un’azienda si inserisce in maniera green nel tessuto sociale ed economico in cui opera

Fonte: Lowell Center for Sustainable Production

 

Se, da un lato, i numeri sono importanti per dare valore alle azioni sostenibili intraprese, dall’altro lato è anche vero che non tutte le aziende possono intraprendere le medesime azioni. Ogni impresa opera in un settore specifico, utilizza diverse materie prime e segue una diversa supply chain. Proprio per questo gli indicatori di performance sostenibili variano in base al business, al luogo in cui un’azienda lavora e devono essere valutati caso per caso.

Il Fishing For Litter per indicatori di performance sostenibili

Poiché ogni azienda è diversa, non esiste un’unica metrica di sostenibilità applicabile a tutte le imprese. Ognuna deve lavorare per raggiungere gli SDGs in linea con il proprio business e monitorare i relativi KPI. È importante tenere a mente, però, che alcuni SDGs, seppur distanti dal proprio settore, si possono raggiungere attraverso la collaborazione con altre realtà.

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, un SDGs che rientra in questa categoria, ad esempio, è il goal 14 “vita sott’acqua” che si può perseguire attraverso progetti e attività che riducono la quantità di rifiuti in mare. Un esempio è il Fishing For Litter, una modalità di raccolta della plastica e di altri rifiuti presenti nell’oceano che vede coinvolti direttamente i pescatori.

Sostenendo attività di Fishing For Litter un’azienda ha la possibilità di contribuire attivamente alla salvaguardia del mare grazie ai pescatori che ogni giorno, con le loro reti da pesca, oltre a pescare pesci, ripuliscono il mare dai rifiuti. I rifiuti raccolti con la pratica di Fishing For Litter vengono portati sulla terraferma, scaricati, pesati, analizzati e categorizzati per poi essere archiviati digitalmente sulla piattaforma di Ogyre prima di essere consegnati all’impresa che si occupa del loro smaltimento. 

Le aziende possono così conoscere la quantità di rifiuti, ecc. recuperata dal mare e quantificare con esattezza il proprio impegno sostenibile.
Allo stesso tempo, con il Fishing For Litter un’impresa contribuisce alla tutela dell’ecosistema e a una riduzione di “marine litter” sulle spiagge, che di conseguenza comporta anche un risparmio economico rispetto alle attività di pulizia delle zone balneari, stimato in 8.170 euro per km all’anno (Van Acoleyen et al., 2014).

Il Fishing for Litter semplifica anche il lavoro dei pescatori, che così possono evitare di tirare su con le loro reti sempre gli stessi rifiuti e di rompere le reti da pesca a causa dei rifiuti che vi si incastrano, ma anche migliorando lo stato di salute e la quantità del pescato. Si stima che questi benefici, per l’intero Mar Mediterraneo, ammontino a 4 milioni euro all’anno (Van Acoleyen et al., 2014).

Le aziende che vogliono impegnarsi a favore dell’ambiente, quindi, possono impegnarsi in progetti sostenibili che adoperano la pratica del  Fishing For Litter per preservare l’oceano e ottenere reali indicatori di performance sulla sostenibilità, a partire dalla quantità di kg di rifiuti recuperati dal mare, passando per i benefici che genera per l’ecosistema circostante. 

Grazie a questo impegno, ogni azienda può contribuire attivamente al raggiungimento di quattro degli SDGs dell’Agenda 2030 dell’ONU: 

  • Il goal 8 “lavoro dignitoso e crescita economica”, grazie al supporto fornito ai pescatori che praticano il Fishing For Litter e alle ONG che li tutelano;

  • Il goal 12 “consumo e produzioni responsabili”, perché i rifiuti raccolti dai pescatori, oltre a essere smistati correttamente, quando possibile, vengono anche riciclati;

  • Il goal 14 “vita sott’acqua”, perché la raccolta dei rifiuti in mare tutela l’ecosistema marino;

  • il goal 17 “partnership per gli obiettivi”, perché i progetti di Fishing For Litter per essere attuati richiedono la collaborazione tra partner diversi.

 

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