Mente e corpo di Ogyre a Pemogan, Indonesia
Come Ogyre, vogliamo proteggere ogni angolo di questa preziosa risorsa. Ecco perché lavoriamo duramente per avviare progetti che vadano ad arricchire le comunità locali di pescatori nonostante la situazione complicata. Wayan Mandi è uno dei numerosi uomini di mare che fanno parte della nostra flotta impegnati nella salvaguardia dell’oceano tramite l’eliminazione dei rifiuti presenti sulla superficie e nelle profondità.
In un paesino di mare chiamato Pemogan, nel punto più a sud-est dell’Indonesia, Wayan Mandi ha lavorato in mare per gli ultimi 24 anni e ha visto le condizioni di questa baia peggiorare nel tempo. Ogni giorno salta sulla sua canoa e esplora le meravigliose mangrovie che abbelliscono la zona, con l’obiettivo di liberare gli alberi dai rifiuti che rimangono intrappolati. Alla fine di ogni uscita, li riporta a terra e li smaltisce con un partner locale.
“Non capisco perchè le persone non si interessino di questi temi” – Wayan Mandi
I pescatori indonesiani che lavorano nelle baie di mangrovie hanno sviluppato delle tecniche specifiche per avventurarsi nel complesso ecosistema composto di foreste intertidali e corsi d’acqua, tra maree che cambiano e correnti imprevedibili.
Hanno imparato a interpretare i segnali che emana l’ambiente, come i cambi di colore dell’acqua e il comportamento della fauna selvaggia, al fine di individuare i migliori posti in cui andare a pescare.
Usano metodi e strumenti tradizionali, come reti da pesca fatte a mano e trappole, per riuscire a minimizzare l’impatto che hanno sul fragile equilibrio naturale.
Le conoscenze e le tecniche di navigazione sono state tramandate generazione dopo generazione, facendole diventare parte integrante del patrimonio culturale della regione.
L’inquinamento della plastica costituisce approssimativamente il 70% del totale dei rifiuti marini presenti nelle acque indonesiane.
Secondo il Ministro Indonesiano dell’Ambiente e delle Scienze Forestali, l’inquinamento della plastica costituisce il
70% del totale dei rifiuti marini presenti nelle acque indonesiane.
L’inquinamento deriva da due problematiche principali: la pulizia dei fiumi e dei contesti urbani.
La distribuzione non controllata dei rifiuti varia a seconda della stagione, in base alla presenza dei Monsoni sulle coste dell’Indonesia. Se la plastica è una minaccia per la vita marina, non riguarda solo gli animali. La vita degli stessi abitanti è in pericolo.
I locali come Wayan non concepiscono perchè le persone non stiano affrontando questa problematica seriamente, dato che la pesca è un’industria cruciale per l’Indonesia, che fornisce impiego a milioni di persone e contribuisce significativamente alla crescita del paese. Così come l’inquinamento della plastica aumenta, il rischio di trovare pesce contaminato diventa maggiore.
Il governo indonesiano ha fatto passi in avanti nella gestione della crisi ambientale, arrivando a bandire la plastica monouso in alcune città e implementando un programma di smaltimento dei rifiuti. Nonostante ciò, questi sforzi sono spesso contrastati da un’infrastruttura inadeguata e da un accesso limitato alle risorse.
L’Indonesia però non è l’autore, bensì la vittima di una crisi globale che necessita di essere analizzata e presa in considerazione da un punto di vista internazionale.