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A quattr’occhi con the Plastic Fisherman

Dal Brasile alla Florida, Rodrigo Butori riuscì a trasformare la sua missione in un movimento globale.

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Photography: Tarona www.tarona.nl / @tarona)

Rodrigo Butori è la mente che sta dietro a The Plastic Fisherman, l’account Instagram di un movimento globale cui obiettivo è stimolare, attraverso l’arte, una presa di coscienza rispetto all’inquinamento degli oceani.

Entrarne a far parte è facile: ti basterà, ogni volta che andrai al mare e troverai della spazzatura tra la sabbia, raccoglierla e metterti al lavoro per ricostruire l’immagine di un pesce. Una volta che l’opera sarà pronta, dovrai solamente scattare una foto e caricarla sul tuo Instagram, facendo attenzione a taggare la pagina e a utilizzare l’hashtag ufficiale #plasticfisherman! 

"Le persone hanno iniziato a dirmi che la loro percezione riguardo l'inquinamento degli oceani è cambiata. Se prima passeggiando rimanevano delusi dall’incredibile quantità di rifiuti che vedevano per terra, ora in ogni pezzo di plastica intravedono un occhio o una gamba perfetta per la loro futura creazione” afferma Rodrigo con grande entusiasmo.

Si è collegato per la nostra intervista dai quartieri generali di The Plastic Fisherman, il suo ufficio. Non a caso, alle sue spalle abbiamo potuto notare un cartello bianco e blu con su scritto, in modo stravagante, il nome del progetto.

Originario di San Paolo del Brasile, Rodrigo svolge il suo lavoro da pubblicitario a Surfside, in Florida. Da quando si trasferì con la sua famiglia in una piccola cittadina sulla costa brasiliana l’oceano diventò parte fondamentale della sua vita. 

Plastic Fisherman logo fishFoto concessa da The Plastic Fisherman

"Il mare è la mia casa. Ho scelto di vivere qui per stare il più possibile vicino al mare."

"Il mare è la mia casa. Ho scelto di vivere qui per stare il più possibile vicino al mare. Dopo aver lasciato la mia città natale in Brasile, scelsi come prima opzione Los Angeles, per poi ritrovarmi a Miami a vivere la mia carriera da artista a due passi dalla spiaggia” afferma.

Un avido surfista, appassionato di immersioni: Rodrigo vive il mare a 360 gradi. Da quanto ricorda, la sua abitudine di raccogliere i rifiuti trovati durante le sue escursioni ha sempre fatto parte della sua persona.

Tuttavia, con un tono di speranza ci confessa che “era peggio prima di quanto lo sia adesso. Prima del lancio di tutte queste fantastiche iniziative, le persone non erano a conoscenza dei danni causati dall’inquinamento marino". 

 

Polyethilenus Box Fishus

Foto concessa da The Plastic Fisherman

Appena prima della pandemia, Rodrigo decise di applicare le sue doti creative iniziando a realizzare opere d’arte a forma di pesce con il materiale di scarto che trovava. Molto presto però, il suo passato da pubblicitario riemerse, spingendolo ad aprire una pagina Instagram. Non ci volle molto affinché le richieste per creare degli account specifici per ogni stato gli intasassero i DMs.

"Appena dopo tre mesi dall’apertura della pagina, mi contattarono dal Giappone per chiedermi il permesso di aprire il loro spazio Plastic Fisherman. Poi fu il turno della Germania, e adesso ci sono in totale 8 paesi inclusi nel progetto” afferma.

 

 

Sfruttando le sue radici creative come strumento al servizio dell’attivismo ambientale, The Plastic Fisherman si è evoluto nel tempo, passando da essere un progetto nato per pura passione a diventare un vero e proprio metodo di educazione che si è fatto spazio tra le aule degli studenti di tutto il mondo. Una volta all’anno, infatti, celebrano il Plastic Fishing Festival.

"Collaboriamo con scuole e hotel per organizzare pulizie delle spiagge. Distribuiamo secchi e assegniamo a ogni team, che sia composto da amici o familiari, il compito di realizzare un’opera d’arte con i rifiuti che trovano, per poi smaltire il tutto negli appositi contenitori”, spiega Rodrigo. 

 

 

I suoi ritrovamenti sono cambiati negli anni, ma la maggior parte del materiale che recupera sono portati dalle correnti. Spesso, i rifiuti provenienti dalla Repubblica Dominicana approdano sulle coste a causa delle perturbazioni oceaniche che passano per i Caraibi.

“Mi è capitato molte volte di trovare una bottiglia di aceto che viene prodotto solo ed esclusivamente nella Repubblica Dominicana, portandomi a riflettere su quanto lontano possono arrivare questi oggetti”, e non sbaglia affatto perché la distanza che separa l’isola spagnola dalla costa della Florida è enorme: 1.523,53 KM per la precisione.

Plasticus Bottlecapus StripensisFoto concessa da The Plastic Fisherman

Rodrigo, credendo fortemente nell’influenza che la sua missione può avere sulla popolazione mondiale, è riuscito ad arrivare al cuore di quasi 20.000 persone, stimolandole a cimentarsi nella pesca della plastica dalla costa della Florida, alle spiagge bianche delle Mauritius fino ad arrivare alla Spagna e ai fiumi tedeschi.

Il progetto ha anche un tocco di umorismo. Non a caso, ogni pesce viene soprannominato con un nome che abbia una risonanza scientifica. Plastic Bottlecapus Stripensis, Polyethilenus Box Fishus, Styrofomus Crapus: per il momento sono solo titoli,  ma se continuiamo a inquinare l’oceano come stiamo facendo adesso, molto probabilmente diventeranno realtà.

“La lezione più importante che ho imparato lavorando a questo progetto è che senza l’oceano non saremmo qui"

“La lezione più importante che ho imparato lavorando a questo progetto è che senza l’oceano non saremmo qui."Se non avessimo il mare, non esisterebbero gli umani. Non è solo una questione di salvare le specie in via d’estinzione: qui si tratta di salvaguardare il genere umano. Senza un mare sano sarà impossibile vivere bene.”

E ha ragione: l’oceano ha bisogno del nostro aiuto, e lo necessita ora. La prossima volta che andrai alla tua spiaggia preferita, applica  la tua fantasia e unisciti al movimento di Rodrigo’s! Basterà raccogliere 5 rifuti, farne un pesce e inviare la tua creazione.

Segui @plasticfisherman su Instagram!

Styrofoamus Crapus
Foto concessa da The Plastic Fisherman


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