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Cambiare routine per salvare il pianeta

Proprio nel momento in cui sembra che si stia costruendo una coscienza ecosostenibile di gruppo, veniamo riportati coi piedi per Terra.

Parlare di sostenibilità forse non è ancora abbastanza, tantomeno la spinta all’azione che c’è stata finora da parte dei governi e delle istituzioni. C’è la necessità di dover agire, lo sappiamo, ce lo diciamo ogni giorno, ma il cambiamento non arriva da un momento all’altro. Bisogna sudarselo, tanto quanto ci siamo sudati il percorso di innovazione tecnologica che ci ha portato ad approfittarne egoisticamente di quello che il pianeta ci ha offerto per milioni di anni, e che noi nell’arco di un secolo stiamo esaurendo piano piano. 
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Nonostante ciò, l’umanità pare non arrestarsi: continua a produrre e consumare, in loop, focalizzandosi solamente sul presente e senza tenere a mente le conseguenze delle sue azioni sul benessere del pianeta. Purtroppo e per fortuna però, non tutte le persone consumano alla stessa velocità sulla Terra. A confermarlo è il Global Footprint Network che ogni anno pubblica il Country Overshoot Days, lista che segna il giorno in cui la domanda di risorse ecologiche e servizi per ogni paese supera quello che può generare il pianeta in un anno. Il d-day viene calcolato sulla base del numero di giorni fino a cui la biocapacità del Pianeta riesce a sostenere la richiesta umana di risorse dall’ambiente. Non tutti i paesi, però, hanno un overshoot day: questo si verifica solo nel momento in cui l’impronta ecologica pro capite supera la biocapacità globale pro capite.

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Per l’Italia, quest’anno l’Overshoot Day sarà oggi, il 15 maggio. Nessun miglioramento rispetto all’anno scorso, tanto che cade esattamente nello stesso giorno. In altre parole, che cosa significa per il nostro paese questo dato? Oltre a stabilire che questa data è il giorno in cui le risorse utilizzabili dal paese nel 2023 sono già esaurite, sancisce che, se dovessimo sopravvivere sulla base di quello che lo stivale ci offre, servirebbero 5,2 Italie per stare al passo con i consumi e i vizi degli italiani.  Per non parlare del Earth Overshoot Day, data in cui il pianeta avrà esaurito le sue forze per compensare questo 2023 turbolento, che verrà annunciata il 5 giugno in occasione della settimana degli Oceani.

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L’impatto che sta avendo questa spesa ecologica è già evidente ai nostri occhi. Lo confermano l’erosione delle coste, la desertificazione, il collasso della pesca e l’acidificazione degli oceani, così come la deforestazione e il rapido aumento di carbonio nell’atmosfera. Per contrastare questa tendenza non ci resta che tornare a uno stile di vita che si adatti in base alle stagioni e a quello che la terra dinanzi a noi ci offre. Noi di Ogyre supportiamo questa causa perché crediamo che un cambiamento radicale delle abitudini possa contribuire a mettere una pezza ai danni che abbiamo causato, e stiamo causando, al pianeta così come agli oceani.


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